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Nato a Catania nel 1980.
È diventato architetto, piuttosto che falegname, per non dispiacere i genitori.
Ha trascorso l’infanzia e l’adolescenza, collezionando attrezzi, smontando e rimontando (a volte) tutto ciò che gli è passato per le mani. Continua con la stessa passione ancora oggi.
Ha lavorato e anche cazzeggiato durante gli anni della scuola solo per il gusto di farlo e, soprattutto, perché non ha avuto la pazienza di studiare solamente.
È di frequente considerato testardo e permaloso, ma anche pignolo, timido, diffidente e ciò non manca di essere vero. Gli dicono spesso di essere bravo e saggio, ma in genere le persone esagerano e spesso mentono. È pessimista a causa della ragione, ma è ottimista per diritto. È attento, non è superstizioso perché tuttavia, esserlo, porta sfortuna. È spiritualmente sano quindi di solito preferisce capire invece che credere. Sa di non sapere, ed è pronto ad imparare da chiunque, indipendentemente dalla sua qualifica. Ha una eccitantissima perversione, la necessità di compiere qualcosa in un tempo minore di quanto in realtà ne occorrerebbe. Silenzioso, cauto nel parlare ma pronto all’azione. Lavora costantemente ad un’arma che sarà più terribile dell’artiglio di un leone e da quando ha scoperto la serie di Fibonacci, il teorema di Pitagora e la sezione aurea di un segmento non ha più bisogno di gioielli. Non può fare a meno del piacere prodotto dalla musica.
Non attraverserà mai il mare perché forse preferisce rimanere a guardare le onde. A volte aspetta che sia troppo tardi e non mette punto per non finire mai. La vita lo stanca, il lavoro lo stanca, anche le sue passioni lo stancano. Tuttavia, ama stancarsi e non può farne a meno.
Non si sposerà mai perché il matrimonio è un tentativo fallimentare di trasformare un caso in qualcosa di duraturo. Vorrebbe fare l’eremita, ma non è ancora in grado.
Da grande ha un desiderio, non proprio segreto, fare finalmente il falegname in un luogo abbastanza isolato e fresco, felice di contentarsi dello spettacolo del mondo.
Dice di essere eterno perché alla fine di tutto diventerà concime per i fiori e vivrà in essi.
p.s.: …e in ogni caso, pensa che scrivere di se stessi in terza persona sia una cosa un po′ da matti.
[dal mio, Piccolo Breviario Laico]